La festa di Tanabata (七夕) è una dei cinque gosekku, ovvero le più importanti festività del calendario giapponese. In ordine cronologico è la quarta, dopo Jinjitsu, Hina Matsuri e Kodomo no hi, e precede Kiku no sekku.

Come molte altre, questa celebrazione nipponica trae origine dalla Cina, dove si festeggia sin dalla dinastia Han (206 A.C. – 220 D.C.) con il nome di Festival di Qīxī o di Qi Qiao Jie. Ciò vuol dire che nonostante in Giappone questa ricorrenza si iniziò a festeggiare nel 755, in epoca Nara (710 D.C. – 784 D.C.), grazie all’imperatrice Kōken, tale tradizione nel suo luogo d’origine risale a molti secoli prima: se ne trova traccia per la prima volta all’interno dello Shījīng, la più antica raccolta di testi poetici cinesi di cui si sia a conoscenza, che raccoglie canzoni e componimenti in rima che si stimano appartenere ad un periodo compreso tra il X e il VII secolo A.C.

 

La leggenda di Tanabata

Secondo la leggenda, l’Imperatore del cielo Tentei (天帝) aveva una figlia di nome Orihime (織姫), che trascorreva le sue giornate tessendo gli abiti per tutte le divinità. Il grande impegno che ci metteva ed il tanto lavoro, le avevano impedito qualsiasi altra attività, così quando divenne adulta, Tentei dispiaciuto perché sua figlia non aveva che lavorato per tutta la vita, scelse per lei un marito. Si trattava del giovane mandriano Hikoboshi (彦星), anch’egli noto per essere un gran lavoratore, che si occupava di far pascolare i buoi sacri attraverso le sponde del Fiume Celeste.

Nonostante i due non si fossero mai conosciuti prima, si innamorarono l’uno dell’altra con trasporto tale da trascorrere nella reciproca compagnia tutto il loro tempo, finendo per trascurare i loro doveri. Così, gli Dei non ebbero più nuovi abiti da indossare, e le mandrie si dispersero senza alcun controllo per il cielo.

L’inaspettata piega degli eventi irritò Tentei al punto tale che per rimediare alla situazione, dovette separare gli sposi sulle due sponde del Fiume Celeste, affinché non avessero più distrazioni e potessero così tornare al loro lavoro.

La principessa Orihime fu così amareggiata per la decisione paterna, che nella disperazione pianse ininterrottamente., sino a far commuovere il padre. Tentei quindi acconsentì a farli incontrare ma solamente una volta all’anno, precisamente il settimo giorno del settimo mese. Così da allora, i due amanti si dedicano alla tessitura e al governo del bestiame con assiduità, e si incontrano tutti gli anni nel giorno stabilito.

 

La versione cinese della leggenda

Non esiste un’unica versione del mito, e la versione cinese della storia ha come protagonisti Zhinü e Niulang, anche in questo caso una tessitrice ed un mandriano, esiliati sulle sponde opposte del Fiume d’Argento perché il loro amore era considerato proibito; potevano riunirsi per un solo giorno all’anno, il settimo del settimo mese, grazie ad uno stormo di gazze che costituiva un ponte tra le due rive.

Secondo una variante di questo racconto,  Zhinü era la settima figlia di una Dea; abbandonò i cieli annoiata dalla vita tra le divinità, incontrò Niulang di cui si innamorò e con cui si sposò ed ebbe due bambini, all’insaputa della madre. Quando ella però scoprì il legame tra sua figlia ed un comune mortale, si infuriò e li divise. Il mandriano era sconvolto per la scomparsa della sua sposa, così uno dei suoi buoi gli rivelò come poterla raggiungere: se l’avesse ucciso e avesse posto la sua pelle su di se, sarebbe riuscito ad entrare nel Regno Celeste. Con rammarico Niulang uccise il toro, ne indossò le pelli e partì alla ricerca della moglie portando con sé i suoi figli. 

La Dea del Cielo venne a conoscenza del piano dell’uomo, così servendosi del suo fermacapelli scavò il letto di un grande fiume nel cielo, al fine di separare i due per l’eternità. Zhinü e Niulang furono così divisi, ma uno stormo di gazze mosso a pietà, una volta l’anno concedeva loro di incontrarsi di nuovo formando un ponte tra le due sponde.

 

Tanabata: l’astronomia e il calendario

La festa di Tanabata è anche frequentemente chiamata Festa delle Stelle. Il motivo di ciò è l’associazione dei protagonisti della leggende a degli astri, in particolare Orihime rappresenta Vega, la stella più brillante della Costellazione della Lira, mentre Hikoboshi simboleggia Altair, la stella più luminosa della Costellazione dell’Aquila. Le due stelle, assieme a Deneb della Costellazione del Cigno, costituiscono i tre vertici del cosiddetto Triangolo Estivo, un asterismo dell’emisfero boreale visibile da giugno a gennaio.

A tenere separati i due amanti della storia vi è il Fiume Celeste, associato alla Via Lattea, e su cui tra l’altro giace proprio il Triangolo Estivo.

La scelta della data di questa festa, il settimo giorno del settimo mese del calendario lunisolare, oltre ad avere una valenza simbolica e sacra per via del ripetersi del numero 7, dipende dal fatto che, secondo gli studiosi, è questo il periodo di massima luminosità delle stelle; soprattutto all’inizio di luglio si può notare anche una maggiore vicinanza tra Vega ed Altair rispetto al resto dell’anno.

I festeggiamenti attuali, a partire dell’adozione del calendario gregoriano, ricorrono quasi ovunque il 7 luglio, ma in alcune regioni ricadono il 7 agosto, per via dell’antica associazione in Giappone di questa celebrazione alla Festa di Obon.

 

Le 7 decorazioni tipiche di Tanabata

Il Tanabata in epoca moderna è divenuto una festa molto popolare, si è caricato di significati magico-simbolici, alcuni dei quali si manifestano attraverso le molteplici e spesso vistose decorazioni, le sfilate, ma anche per mezzo dei tipici foglietti di carta contenenti preghiere, poesie e desideri, appesi ai rami degli alberi.

Le decorazioni tipiche di questo giorno sono sette, come settimo è il giorno del settimo mese in cui ricorre la festa:

Kamigoromo: sono gli abiti di carta usati nelle sfilate e nelle parate o come decorazioni; sembra che anticamente servissero per chiedere di diventare più abili nell’arte del cucito, mentre al giorno d’oggi sono considerati degli amuleti e vengono usati per propiziarsi la buona salute e la buona sorte.
Senbazuru: sono decorazioni di carta costituite da file di origami uniti tra loro, spesso rappresentanti le gru, creati per chiedere salute per la propria famiglia ed una lunga vita per tutti i suoi membri. È uso comune per ogni persona anziana della famiglia realizzare una gru da appendere all’albero dei desideri.
Tanzaku: sono strisce di carta colorata dove vengono trascritte poesie e desideri che vengono poi appese sugli alberi.
Toami: sono reti da pesca utilizzate attualmente per scopo decorativo, in passato simboleggiavano la richiesta fatta ai Kami di avere un anno fruttuoso per il pescato ed il raccolto.
Kuzukago: sono cestini utilizzati per raccogliere la carta avanzata dalla preparazione delle altre decorazioni; rappresentano l’importanza dell’evitare gli sprechi e del risparmiare.
Fukinagashi: sono strisce colorate di carta, che idealmente ripropongono le fibre tessili usate da Orihime durante la tessitura degli abiti per gli Dei.
Kinchaku: sono piccole borse anch’esse di carta, usate come simbolica richiesta per trovare lavoro, raggiungere uno stato di prosperità, e per mettere in guardia contro lo spreco di denaro.

Classico abbigliamento del Tanabata è lo Yukata, una sorta di Kimono estivo ed informale, molto usato durante i Matsuri. Vengono organizzate parate e danze tradizionali, allestite bancarelle con cibo e giochi, e spesso le celebrazioni si chiudono con spettacoli pirotecnici.

 

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