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About Me – Pagina 2 – Kitsunebi

About Me

Mi chiamo Mary, ho 28 anni e vivo nella soleggiata città di Bari con Gianluca e le nostre due gatte, Maia ed Elettra. Mi piace leggere libri e fumetti (da cui presto finiremo sepolti in casa) e mi piace scrivere, mi piacciono film, serie tv e anime, la fotografia, l’oriente, l’egittologia e la mitologia in generale. A dirla tutta, ci sono mille cose che mi incuriosiscono e provo ad approfondire sull’onda dell’entusiasmo momentaneo, ma sono anche piuttosto lunatica e volubile, e spesso perdo interesse alla stessa strabiliante velocità con cui lo acquisisco. Nonostante questo, il Giappone è sicuramente un punto fermo da molti anni.

 

Perché Kitsunebi?

Kitsunebi (狐火) significa letteralmente “fuoco di volpe”, si tratta di uno yōkai del folklore giapponese dall’aspetto di una sfera luminescente, una sorta di fuoco fatuo, talvolta una lanterna fluttuante, che in alcune leggende, si dice venga originato dal sospiro delle volpi o dal movimento delle loro code.

Le volpi giapponesi, le Kitsune (狐), mi hanno sempre affascinato, ed è per questo che ho voluto intitolare a loro questo blog sul Giappone. Esse sono un elemento ricorrente ed iconico della mitologia nipponica che vorrei esplorare in queste pagine, ne esistono innumerevoli tipologie, talune con attribuzioni fondamentalmente positive, le emissarie celesti del Dio Inari, altre con tratti più malevoli. Ciò che però caratterizza comunemente queste creature, è l’intelletto profondo, una innaturale longevità, la facoltà di mutare il loro aspetto a piacimento ed il possesso di poteri magici, come la capacità di prendere il controllo dei corpi degli esseri umani, attuando il cosiddetto kitsunetsuki (狐憑き).

Il folklorista Lafcadio Hearn ne parla in questi termini, nel suo “Glimpses of Unfamiliar Japan” (1894):
«Strana è la follia di coloro posseduti da un demone volpe. Talvolta corrono nudi gridando per le strade. Talvolta dormono o con la bava alla bocca, ululano come volpi. E su alcune parti del corpo del posseduto compare sotto pelle una protuberanza che si muove, che sembra avere vita propria. Pungila con un ago, e immediatamente si sposta in un altro posto. Nessuna mano possiede una presa così salda da impedire che scivoli via dalle dita. La gente posseduta si dice che parli e scriva in lingue fino allora sconosciute. Mangiano solo ciò che sembra piacere alle volpi — tōfu, aburāge e azukimeshi — e ne mangiano una gran quantità, come se non essi, ma la volpe che li possiede, fosse affamata.»



I corsi di lingua e cultura giapponese che ho frequentato

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